“Nessun congolese degno di questo nome potrà mai dimenticare che l’indipendenza è stata conquistata giorno per giorno. Noi abbiamo conosciuto le ironie, gli insulti, le sferzate e dovevamo soffrire da mattina a sera perché eravamo negri. Chi dimenticherà le celle dove furono gettati quanti non volevano sottomettersi a un regime di ingiustizia, di sfruttamento, di oppressione?”
(Dal discorso che Lumumba tenne davanti al Parlamento belga, nel 1960)
L’idea di scrivere una pagina su Patrick Lumumba mi è venuta leggendo un articolo di Domenico Quirico, a proposito della stretta di mano fra il Presidente americano Biden e il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Moahmmed Ben Salam (1). L’inviato de “La Stampa”, dopo una riflessione sul significato simbolico del gesto, stigmatizzava il fatto che i leaders occidentali stringano la mano agli autocrati del petrolio, gesto che dovrebbero invece evitare con accuratezza, perché in questo modo intaccano la loro posizione morale e diffondono la convinzione che tutto è permesso, quando si tratta di difendere gli interessi del “nostro”mondo.
Mentre leggevo e condividevo, ho pensato a quante volte i nostri capi di stato o di governo hanno stretto e stringono la mano a uomini politici inaffidabili e corrotti, (I governi italiani e i vertici Ue non sono da meno di Biden, quando si tratta, ad esempio, di stringere accordi con i “boss” libici o con Erdogan.), mentre hanno avallato, se non appoggiato, l’uccisione di leaders democratici: esemplare è il caso di Patrick Lumumba Ecco la sua storia. Con una precisazione: comincio dalla fine, cioè dal 2022.
Una strana cerimonia
Il 20 giugno 2022, 62 anni dopo la proclamazione dell’indipendenza del Congo, il Belgio ha restituito alla sua ex colonia un dente d’oro(2), ora deposto in un mausoleo della capitale, Kinshasa. Il dente era stato tolto dal corpo senza vita del leader indipendentista Patrick Lumumba, che fu ucciso il 20 giugno 1961 dai ribelli Katanghesi, sostenuti da mercenari belgi. Il corpo di Lumumba venne poi sciolto nell’acido (come ha fatto in alcuni casi la mafia). Il perché tanto accanimento lo capiremo percorrendo la sua storia.
Chi era Patrick Lumumba?
Nato da una famiglia modesta a Onalua il 2 luglio 1925, fu costretto a lasciare la scuola a 15 anni, ma si impegnò come autodidatta e riuscì ad accedere allo stato di “evolué “ nel 1956, diventando dipendente dell’ufficio postale di Stanleyville (oggi Kisanghani) (3). Sul lavoro constatò che, a parità di mansione, i bianchi guadagnavano sette volte in più dei congolesi : come potevano, in queste condizioni, raggiungere la condizione di “evoluti”? Le rivendicazioni di Lumumba non si fermarono ai salari, ma riguardarono anche l’insegnamento (sostenne l’azione del ministro delle colonie A. Buisserat, che istituì scuole non confessionali), arrivando ad interessarsi anche dell’emancipazione femminile.
Questo attivismo, che gli attirò sia l’ostilità dell’amministrazione provinciale che quella degli ambienti cattolici tradizionalisti, fu la causa del suo arresto, e della condanna al carcere per un anno, nel giugno 1956: Lumumba venne accusato di aver stornato alcuni fondi ( in realtà, voleva solo essere pagato.). Liberato in anticipo sulla data prevista, continuò la sua azione a Leopoldville (oggi Kinshasa), dove il lavoro alla brasserie “Bracongo” gli offrì l’opportunità di diffondere le sue idee, che avevano un carattere decisamente innovativo.
Dal pensiero passò rapidamente all’azione, fondando il Movimento Nazionale Congolese (MNC) di portata nazionale, mentre altri raggruppamenti si fondavano sull’appartenenza tribale o regionale. Il 28 dicembre 1957 convocò a Leopoldville il primo summit politico della storia del Congo, in cui dichiarò che l’indipendenza era un diritto. Anche se la posizione di Lumumba era più moderata rispetto a quei movimenti che avrebbero voluto immediatamente la fine del dominio coloniale, la sua intelligenza, il suo carisma e le sue doti di oratore suscitarono l’allarme dell’amministrazione belga, che, per screditarlo, lo bollò come “ comunista”, qualifica molto pericolosa, nel pieno della guerra “ fredda” (4). Infatti nel gennaio 1959 le autorità belghe incarcerarono il leader del MNC con l’accusa di aver fomentato una rivolta popolare. Ma nel dicembre dello stesso anno, re Baldovino del Belgio, in visita ufficiale a Stanleyville, si trovò di fronte migliaia di persone che gridavano . “Viva l’indipendenza! Viva Lumumba!.”
Lumumba uomo di stato
Quando il re decise di compiere le prime mosse per concedere l’indipendenza, dovette fare i conti con un ostacolo imprevisto: gli esponenti congolesi selezionati per discuterne rifiutarono di iniziare qualsiasi trattativa con Lumumba in carcere. Il leader dell’MNC fu liberato e portato a Bruxelles: era stato promosso a uomo di stato. A conclusione dei colloqui, venne raggiunto un accordo: il 20 febbraio 1960 Lumumba, il quale nel corso dei negoziati aveva respinto l’idea che re Baldovino potesse avere ancora un ruolo dopo l’indipendenza, ( suscitando la preoccupazione delle società minerarie belghe) tornò in Congo per preparare le elezioni, che si svolsero il 23 giugno 1961 e furono vinte dall’MNC, che ottenne la maggioranza relativa. Lumumba divenne premier e Kasavubu, leader della potente etnia Bakongo, Presidente. Il 30 giugno, durante la cerimonia di proclamazione dell’indipendenza del Congo, Lumumba, nel discorso d’insediamento, alla presenza di re Baldovino, ricordò i soprusi inflitti alla popolazione dai colonizzatori belgi e fu interrotto dagli applausi per ben otto volte. Mentre la città festeggiava, il re del Belgio decise di andarsene subito, senza ascoltare il discorso di riconciliazione del pomeriggio. L’ingranaggio per eliminare il premier del Congo indipendente cominciò a mettersi in moto.
L’assassinio di Lumumba
Le basi per un colpo di stato si erano già preparate il 20 febbraio 1960, il giorno del ritorno di Lumumba in Congo. A lavorare dietro le quinte C’erano Moise Tshombe (5), proveniente dalla ricca provincia mineraria ( miniere di rame, ndr) del Katanga, appoggiato dalle grandi società coloniali e dalle personalità belghe ad esse collegate. Il “ braccio armato “ fu il colonnello Joseph Mobutu, che, con l’appoggio dei separatisti del Katanga, prese il potere con un colpo di stato e proclamò la secessione dal Congo, fornendo alle truppe belghe il pretesto per intervenire. Lumumba chiese l’appoggio delle Nazioni Unite, che rifiutarono di intervenire per porre fine alla secessione ed espellere i belgi. Il premier chiese allora aiuto all’Urss, ma, in conflitto con il Presidente della Repubblica Kasavubu e con il capo dell’esercito Mobutu, fu arrestato. Il 17 gennaio 1961 Lumumba venne fatto prigioniero e consegnato alle truppe del leader Katanghese Tshombe, da cui fu trucidato.
In tutto il mondo si moltiplicarono le manifestazioni contro il Belgio, ma l’obiettivo di sbarrare la strada alla democrazia era stato raggiunto. Il saccheggio del Congo poteva continuare. L’interrogativo finale è : in quali altre ex colonie sono avvenute vicende simili ?
(1) Il principe è responsabile,oltre che dell’eliminazione del giornalista Kashoggi, del martirio dello Yemen, “bombardato con criminale minuzia”. D.Quirico “ Se Biden stringe la mano agli autocrati per sfuggire ai ricatti del petrolio”, La Stampa, 9 giugno 2022.
(2) Il dente fu strappato dai resi del corpo di Lumumba da un poliziotto belga,Gérard Soete, che lo conservò come macabro ricordo. Confessò tutto 40 anni dopo. Il dente venne confiscato nel 2016 dalla procura federale belga.
(3) Con il termine “evolué” si indicava un nativo, africano o asiatico, che si era europeizzato. Gli “evolué” erano 200 persone su 13 milioni di abitanti.
(4) Va ricordato che il Partito Comunista belga, gli propose dei consiglieri, che Lumumba rifiutò. Come rifiutò ogni invito di recarsi a Mosca.
(5) Moise Tshombe, di famiglia benestante, nel 1959 divenne presidente della Confederazione delle società tribali del Katanga, partito sostenuto dai belgi, proprietari delle ricche miniere della regione. Nel luglio 1960, contrario alla politica centralista di Lumumba, proclamò la secessione del Katanga. Dopo l’assassinio di Lumumba, grazie all’ assistenza finanziaria e militare belga, tenne testa al governo centrale per tre anni.
- “Il Belgio restituirà al Congo un dente di Patrice Lumumba” Il Post, 2/9/2022
- “Lumumba , l’irresistibile ascesa di un nazionalista leggendario”, di Colette Braeckman “La Repubblica” 20/1/2021;
- Enciclopedia Treccani “Lumumba Patrick”;
- Centro Amilcar Cabral “Patrick Lumumba”;
- “Il Belgio prova a ripulirsi dagli abusi coloniali, con una cerimonia”, “ L’Indipendente”, 21 giugno 2022
Molto interessante! Non conoscevo i particolari di questo segmento di storia. Grazie Maria Livia per la tua dettagliata e molto chiara spiegazione.